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Una narrazione in prima persona ma con tanti personaggi, tutti riconducibili a un solo nickname [Franz], una serie di racconti compiuti o incompiuti basati su alcuni diari scritti con una penna stilografica su vari quaderni, una finta autobiografia ispirata agli anni 1971-1972 in cui l'autore del libro, definibile una fiction a tutti gli effetti con l'intenzionalità di restare in un ambito puramente letterario, ha rielaborato i numerosi aneddoti di una vita giovanile plurima in cui si è trovato coinvolto, ponendo l'accento soprattutto sulle riflessioni critiche riguardanti l'esistenza umana, la società, la letteratura e le arti visive. Uno sguardo retrospettivo su un periodo che in Italia stava trascolorando, dopo il 1967, nella fase nota come la "controcultura" degli anni settanta [l'antimilitarismo, la liberazione sessuale, i diritti civili]. Uno spaccato che potrebbe avere un seguito con una sequenza di nuovi volumi: lo scrittore Carlo Pava sembra alludere a tali progetti [tali disegni, appunto] nello stesso momento in cui si pone, sbandierando la propria età, come un "artista da vecchio", come un principiante ritardatario ma in buona salute.