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Il volume ha ad oggetto il giudizio di legittimità costituzionale in via principale, analizzato alla luce dei dibattiti in Assemblea Costituente, delle modifiche intervenute con la revisione del Titolo V della Costituzione, dei modelli processuali elaborati dalla dottrina e dei percorsi giurisprudenziali che la Corte costituzionale ha seguito nel corso degli anni, a partire dalla sua entrata in funzione. L'analisi evidenzia come detto giudizio abbia progressivamente assunto le sembianze di un processo tra parti, di un regolamento di competenza finalizzato a delimitare l'esercizio della funzione legislativa in ragione degli interessi territoriali coinvolti. Simile evoluzione ha portato a un riposizionamento istituzionale del Giudice delle leggi, che tende a farsi arbitro delle contese politico-territoriali degli enti di governo. Nella consapevolezza che gli studi sulla giustizia costituzionale non possono limitarsi a registrare regolarità giurisprudenziali, ma dovrebbero ambire a delineare modelli coerenti con una determinata dottrina della Costituzione, l'opera propone una differente configurazione del giudizio in via principale. Detto sindacato deve essere inteso come procedimento giurisdizionale avente ad oggetto norme e orientato a garantire l'unità della Repubblica nella Costituzione. Una garanzia istituzionale ed oggettiva, dunque, volta alla difesa dell'integrità complessiva dell'ordinamento. In virtù di queste premesse, il volume propone alcuni correttivi istituzionali e giurisprudenziali coerenti con tale modello.