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A più di ottant'anni dalle illuminanti intuizioni di Roberto Longhi e dopo gli studi capillari di Alessandro Conti e di Massimo Medica sulla miniatura bolognese di età gotica, è parso maturo il tempo di dedicare un volume a una delle personalità cardine per la cultura figurativa bolognese del Trecento, il geniale anonimo felicemente soprannominato "l'Illustratore" da Longhi stesso per sottolinearne la straordinaria capacità narrativa con cui, tra gli anni trenta e quaranta, «andava illustrando i libri di culto e di legge come se avesse a mano i più affascinanti romanzi popolari». Il volume propone una lettura del linguaggio dell'Illustratore in connessione con la visualizzazione narrativa dei contenuti del testo svolta dalla miniatura nei manoscritti universitari, tenendo conto inoltre del ruolo della committenza, laddove è possibile definirla. Il libro costituisce una monografia dedicata a un miniatore bolognese e rappresenta un significativo contributo per approfondire la posizione originale di Bologna nel Trecento europeo.