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Il luogo di culto noto in letteratura come lucus Pisaurensis costituisce una delle testimonianze archeologiche più importanti per lo studio della colonizzazione dell'ager Gallicus (attuali Marche settentrionali) e della religione romana di età medio-repubblicana nel settore centro-italico. Il presente lavoro si pone quindi da una parte l'obiettivo della revisione della vecchia documentazione a disposizione, dall'altra quello dello studio, ancora inedito, di tutto il materiale votivo restituito dal santuario. Quest'ultimo, di tipo "etrusco-laziale-campano", unitamente all'esistenza di un pantheon romano-latino testimoniato per via epigrafica dagli altari del santuario, certifica il diffondersi di tradizioni rituali e cultuali allogene nel distretto pesarese all'inizio del III sec. a.C., contestualmente all'annessione del territorio da parte di Roma e al progressivo stanziamento di nuove genti, che portarono con sé nuovi usi liturgici e religiosi direttamente dal Lazio. Un'analisi che testimonia la forte incidenza del sacro nell'ambito della romanizzazione dell'ager Gallicus.