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Con il concetto di "reificazione" Georg Lukàcs aveva descritto quella dinamica che, attraverso l'estensione dello scambio di merci a qualsiasi interazione sociale, induce i soggetti a percepire anche le altre persone come oggetti. La teoria critica propone un'analisi più articolata del fenomeno della reificazione, intesa in una triplice dimensione: intersoggettiva (nel rapporto con gli altri), oggettiva (nel rapporto con il mondo) e soggettiva (nel rapporto con sé stessi). La proposta elaborata in questo testo, che nasce da una serie di conferenze tenute nel 2005 all'Università di Berkeley, è il frutto di una reinterpretazione delle intuizioni di Lukàcs attraverso prospettive mutuate da Heidegger e da Dewey. La tesi centrale è che la reificazione avviene allorché, nella relazione con il mondo, le persone perdono la componente di un riconoscimento anteriore che sta alla base di ogni conoscere. A partire da questo concetto di reificazione, riformulato nei termini della teoria del riconoscimento, è possibile gettare un ponte verso le problematiche della filosofia sociale. La reificazione intersoggettiva, ad esempio, è oggi prodotta da nuove pratiche che considerano le persone indipendentemente dal mondo vitale al quale appartengono, mentre l'autoreificazione (ossia il fare di sé stessi degli oggetti da osservare o da produrre in base a determinati criteri) è il frutto delle pratiche istituzionalizzate di presentazione di sé.