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Dalla Londra dickensiana a quella dei migranti postcoloniali, dalla Brooklyn delle brownstones oggetto del desiderio di intere comunità di immigrati a quella della gentrification di fine Novecento, passando attraverso la Manhattan degli yuppies e la furia metropolitana di inizio millennio, si approda alle città invisibili della narrativa fantastica contemporanea, mondi di fiaba e realtà parallele accostati nell'ambigua consapevolezza che la strada senza meta di cui costituiscono l'improbabile sbocco non sia un cammino conosciuto in sogno o paventato in un incubo, ma stia in questo mondo, l'unico che conosciamo.