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Gli studi sull'estetica rappresentano la "porta maestra" del pensiero di Gianni Vattimo. "Poesia e ontologia" (1967), assieme agli altri saggi pubblicati in questo tomo delle "Opere complete" di Vattimo, è un momento fondamentale per comprendere i motivi della sua ermeneutica filosofica. Il tema centrale che accomuna questi testi, in particolare quelli raccolti in "Poesia e ontologia", è la "portata veritativa dell'esperienza estetica", ovvero la sua capacità di essere il luogo in cui si concretizza un'"esperienza di verità". Il percorso proposto da Vattimo parte da alcuni referenti filosofici fondamentali per il suo pensiero - Martin Heidegger, Luigi Pareyson e Hans-Georg Gadamer - che qui non sono semplicemente presentati e discussi, ma rientrano in un contesto più generale, che costituisce la vera novità del discorso di Vattimo. L'obiettivo è infatti mettere in relazione le estetiche filosofiche in senso stretto con le poetiche artistiche, ossia con i programmi e i "manifesti" delle diverse correnti artistiche. Da qui l'interesse di Vattimo nei confronti del movimento delle avanguardie. Se da una parte, infatti, tra Otto e Novecento le estetiche filosofiche tradizionali appaiono orientate a negare qualsivoglia dignità filosofica del fatto artistico, le poetiche dell'avanguardia sembrano rivolte piuttosto alla rivendicazione del valore ontologico dell'arte...