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Dopo la letteratura, l'arte figurativa, il cinema, la sociologia, la pubblicità, anche la cultura architettonica, con un po' di ritardo, ha ormai preso coscienza dei radicali cambiamenti in atto nel contesto urbano. Ciò che a questo punto urge è una complessiva ridefinibilità della dimensione progettuale che a tali cambiamenti deve fare eco. Nella pratica del progetto contemporaneo, l'avvento del virtuale sembra produrre una profonda alterazione, e il lavoro architettonico, per comprendere le trasformazioni, le contradditorietà e i conflitti propri della realtà metropolitana, deve oggi raccogliere una sfida decisiva: quella di lavorare con materiali, tecnologie, spazi, funzioni, programmi, problemi non etergenei e non confrontabili.