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Il volume intende ripensare le dinamiche della cultura e dell'interazione tra culture in una dimensione globale, grazie all'analisi delle implicazioni politiche che ogni presa di posizione in tema di appartenenza culturale porta con sé. A partire dal concetto di planetarietà proposto da Spivak, il volume discute il modello proposto dai Cultural Studies. La prima parte è dedicata proprio alle questioni delle "nuove subalternità" (sociali, etniche, di genere, culturali). Chambers e Curti si concentrano rispettivamente sul Mediterraneo come spazio di migrazioni, di intrecci e di confronti, e sull'identità femminile. Nella seconda parte si considera il problema degli ambiti disciplinari e delle prospettive di studio che tali questioni chiamano in causa: ecco allora il contributo di Cometa sulle forme di scrittura negli studi culturali a partire da Gramsci e Benjamin, quello di Forgacs sull'articolazione tra "Cultural Studies" e "Political economy of culture", e quello di Baratt, che discute la proposta del pluralismo democratico di Said. I I saggi di Rivera, di Leghissa e di Zoletto valutano l'apporto dell'antropologia, della filosofia e della pedagogia nella definizione dei problemi delineati.