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La tesi centrale di Jean-Pierre Warnier, in linea con i lavori di Schilder, Mauss, Leroi-Gourhan o Merleau-Ponty ieri, o di Pierre Parlebas oggi sullo sport, è che l'azione motrice del corpo permetta un'"oggettivazione" dei soggetti, uomini o donne, in funzione delle loro differenze culturali materiali. L'oggetto non è più solamente un segno esteriore, è una parte incorporata dell'azione nella società e rivela l'aspetto più opaco del soggetto, quello dove la verbalizzazione non basta più, dove solo il corpo può esprimere ciò che la materialità vuole dire.