Tab Article
Se è indubbiamente vero, come ci ricorda Giovan Battista Marino, che «musica e poesia son due sorelle», qualche ragionevole dubbio ha diritto di sussistere sulla sorellanza di filosofia e poesia. Ma è anche vero che poesia e filosofia possono convivere, e "armonizzarsi", in una sola voce. Questa cospicua silloge di Matteo Canevari (filosofo-poeta o poeta-filosofo?) è testimonianza vibrante e persuasiva dello stretto legame esistente tra riflessione filosofica e straniamento poetico. Lo stesso soggetto, pensante e senziente, che "riflette" su verità universali o problemi metafisici, si "perde" in un «divagare sonnambulo» e «s'abbandona all'aura vaga». C'è in questo complesso e variegato canzoniere anche una forte componente etica. Alla consapevolezza della «fragilità labile che non resta» della condizione umana, della «tristezza, fallacia e discordia, dei dolori tutti speciali che s'adunano per noi» si contrappone la disperata esigenza che la vita sia «una e sola e vera», e soprattutto «che sia giusta».