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«Una sera a cena, parlando dei romanzi di Agatha Christie e del suo rapporto 'speciale' con l'archeologia iniziato in occasione del suo secondo matrimonio, un amico mi chiese se, secondo me, in archeologia esistesse o no un assassino. Dopo un'iniziale seppur comprensibile ilarità, cominciai a ragionare sul senso di questa domanda (anzi, ci ragionammo insieme); ne venne fuori una brillante riflessione che costituisce l'ispirazione di questo saggio». Così, nell'introduzione, l'autrice ci conduce all'interno dell'argomento: si tratta della descrizione di una passione sincera per l'archeologia che prende spunto in modo dettagliato e divertente dalla avventure e dai viaggi in Medio Oriente della scrittrice di gialli più famosa della storia: Agatha Christie. Il libro non ha però la pretesa di essere una biografia; è un omaggio alla celebre scrittrice, ma anche (e soprattutto) al suo quasi dimenticato marito, l'archeologo Max Mallowan e, con lui, agli studiosi di ogni tempo veri pionieri dell'archeologia.