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"La vita è così! Mai dannu tengat primavera" (La vita è così! La gioventù non abbia mai danno!) sono le ultime parole che Severinu pronuncia, riconciliandosi con sé stesso e con gli affetti più cari prima di lasciare questo mondo. Il romanzo coinvolge il lettore nella storia di un ragazzo dell'Ogliastra che diviene grande. Da orfano e servo pastore a padre e padrone, sino a vecchio benevolo: dal primo dopoguerra alla fine dei suoi giorni tutto avviene in una sonorità - di sentimenti, emozioni e voci - che si arricchisce di una lingua colma di riferimenti alla saggezza popolare e alle buone pratiche della cultura sarda.