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Due generazioni di donne, l'una innestata nell'altra. La storia che si snoda dagli anni del secondo dopoguerra in cui la libertà di una donna era condizionata dalle convenzioni sociali, fino ai nostri giorni in cui la pretesa maschile di dominio della vita dell'altra si manifesta nella forma fisica e volgare della violenza. Il romanzo s'intreccia con la vita e la morte e visita, attraverso lo sguardo dolente ma lucido di una figlia che conosce la storia della madre, le contraddizioni di scelte d'amore sbagliate, il male subito per una vita intera, la liberazione guadagnata attraverso l'amore per i figli sino all'approdo finale nell'incontro con sorella morte. Non una biografia o una cronaca, ma una deposizione al Tribunale degli assenti: chiamare a comparire il fabbro che col fuoco ha scaldato il ferro torcendolo irrimediabilmente per sempre e che non tornerà più dritto. Diventerà più bello, ma mai più dritto. Un monito per l'oggi. Una catarsi per quel che è stato. Il lettore rischia di trovare molto di sé stesso, del suo presente o del suo passato. Raccontare è resistere... le parole, come le idee, hanno una storia che dev'essere nominata affinché non imploda e si disperda.