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«Se, come riportano i dizionari, collezionista è chi possiede una raccolta omogenea di oggetti "variamente interessanti", è chiaro che questa figura si deve accompagnare a quella dell'antiquario, che di tali manufatti fa commercio. Tale è il protagonista della prima storia dell'albo, "Il dossier Kokombo": mercante senza nome, proprietario di un anonimo negozio, descritto come una "ditta modesta, ma di buon nome", che diventa il narratore delle disavventure di un incauto esploratore, proprietario di un feticcio primitivo, il Kokombo. Lo stesso personaggio, ancora commerciante di bric-à-brac, ritorna nel racconto "Bwuma, figlio mio", anche qui implicitamente cronista di un'avventura africana nella quale predominano i toni della favola morale (...)» (Fabio Gadducci)