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Il fantastico - "visionario" e "quotidiano", come direbbe Calvino - e il verosimile si alternano nei dodici racconti che compongono questa piccola silloge, spesso fondendosi in maniera sotterranea, evanescente o inavvertita, fino a dipanarsi nei colpi di scena finali. Il soprannaturale domina in "Fantasma", "Le voci lontane" e "Notturni", esplode nell'horror - fuoriuscito da un'angosciante dimensione interiore - di "Sonno" e de "Il rumore nei muri" oppure inverte per un istante la freccia del tempo in "Prima di dormire". Il "quotidiano", invece, si addentra in minuscoli mondi compenetrati nel nostro con "Sera d'agosto". La fantascienza di stampo più tradizionale diventa lo sfondo delle quotidianità rabberciate e difficoltose in cui è costretto a vivere un piccolo e quasi negletto avamposto spaziale, teatro di "Un mese di ritardo". Al contrario, la realtà brutale - fissa nella memoria collettiva - è alla base di "In tram" e "L'altro angelo". Infine, "Spartiti" e "Quasi tutto" narrano, in maniera più intima e tenue, due storie d'amore, o meglio la scoperta e la successiva consapevolezza del sentimento.