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Affidandosi al proprio senso innato, e lungamente coltivato, della poesia, Ferrero si lascia trasportare, 'passeggero bendato', dai delicati ritmi, il solitario andante, di quei versi impeccabili: "Hanno gente stasera, la casa è tutta luci. Alla finestra accesa c'è un'ombra che si muove. Non mi vedi nel buio qui giù dove sto solo; meno ancora tu vedi dentro il mio scuro cuore. Scuro il mio cuore t'ama, t'ama e per te si spezza, si spezza e freme e sanguina, ma tu, tu, non lo vedi". E al ventaglio di traduzioni da Heine, tutte 'poesie originali' esse stesse, s'aggiunge una scelta idiosincratica, ma forse misteriosamente coerente e necessaria, da poeti prevalentemente francesi, Mellin de Saint-Gélais, Corbière, Samain, Jammes, Toulet, Cocteau: "Fare delle tue mani, nonché mani di gloria mani che del tuo corpo serbino la memoria".