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Engagement, empowerment, leadership, entrepreneurship, emotional intelligence, coaching, agility, flexibility, accountability, coping, self management, self-awareness, resilience, commitment... Esempi di parole che galleggiando nel discorso neomanageriale appaiono oggi inflazionate e spesso svuotate del loro significato. Questo discorso è oggi in difficoltà, come mai nell'ultimo trentennio, nella sua funzione di mediazione tra l'umano, il tecnico, l'economico e l'ecologico nelle organizzazioni lavorative, sembra anzi produrre molto disengagement e significative perdite di valore e diviene oggetto di una sempre più autorevole critica riflessiva. È ormai evidente la crisi di sostenibilità e credibilità economica, sociale e psicologica del discorso neomanageriale, che oggi volge al tramonto. Mentre emergono idee, discorsi e pratiche alternativi, è urgente che la comunità professionale dello human resource management e quella più vasta dei manager partecipino a una riflessione di largo respiro orientata alla consapevolezza critica e alla ricerca di paradigmi di pensiero e di prassi più in grado di rispondere alle sfide del presente. I paradigmi del valore condiviso, della sostenibilità e della generatività sociale, muovendo da premesse profondamente diverse, ispirano prassi di gestione e formazione alternative nel loro senso e nella loro concretezza. Le filosofie dell'action research e action learning propongono un approccio alla management education coerente con questi nuovi orizzonti. Quale idea di management, di gestione del personale e di formazione consentirà di entrare nel futuro andando oltre il discorso neomanageriale? Presentazione di Mauro Magatti e postfazione di Giuseppe Scaratti.