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Papa Francesco è protagonista di un dialogo serrato con i ragazzi, con i loro genitori e i loro catechisti per provare a dare una prospettiva concreta al progetto di una vita cristiana "riuscita" e indicare una strada percorribile oggi alle giovanissime generazioni. Destinatari sono proprio i bambini che si stanno preparando a ricevere la cresima e la comunione, i loro educatori, catechisti e genitori. Il Papa non manca di fare riferimento alla sua storia concreta, quando racconta dell'importanza della presenza dei nonni nella vita di un bambino, del loro fondamentale ruolo educativo nella prima conoscenza delle preghiere e della vita di Gesù. E poi il valore del gioco nella relazione tra padri e figli, la bellezza dello stare insieme, in famiglia, la domenica dopo la messa, e con gli amici sui campi dell'oratorio. Ma Francesco non si accontenta di incoraggiare e suggerire "ricette": entra con un affondo preciso al cuore della questione educativa, spendendo parole molto chiare e forti (rivolte in questo caso ai "grandi") sulla necessità di tenere sempre insieme testa, mani e cuore nel prendersi cura della vita dei figli. Dice il Papa: "Io consiglieri un'educazione basata sul "pensare-sentire-fare", cioè un'educazione con l'intelletto, con il cuore e con le mani, i tre linguaggi. Educare all'armonia dei tre linguaggi."