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"Non è facile presentare in poche righe la poesia di Angelo Portale. Ho seguito il suo iter poetico e se nella sua prima pubblicazione mi ha colpito la sua capacità di osservazione e l'uso mirabile delle coppie di aggettivi a mo' di Petrarca, in seguito si può parlare di una evoluzione sia dal punto di vista dello scavo psicologico sia da quella dell'uso della parola. Angelo Portale è arrivato con questa silloge a giocare con le parole a mo' di Palazzeschi, a concedersi il lusso della rima e l'uso di numerosi efficaci neologismi". (Roberta Nunes)