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È un'immagine dal sapore biblico ad aprire la raccolta, quella di Mosè - qui sostituito da un grammofono - che viene adagiato sulle correnti. È la metafora surreale di una ricerca salvifica, che vede la poesia come il primo canale di evasione dalla realtà, capace di conferire un "brivido d'aria" anche ai corpi più asettici e stanchi. Così, nel mare magnum dei 'tweet' e della banalità, rappresentato dalla distesa piatta e senza vita che accoglie il poeta, il suono sprigionato dal grammofono inizia a creare dei "solchi di sogni"...