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"Muoio perché donna" offre al lettore la storia di persone, di donne sopraffatte nella loro dignità fisica e psicologica, ma anche la storia di popoli e di civiltà che non riescono a sottrarsi al perverso fascino del più vieto maschilismo. Nonostante la Convenzione di Istanbul, permane ancora vivacissimo il dibattito tra i sostenitori del femminicidio inteso anche penalmente come delitto di genere e i "negazionisti". Contro questi ultimi l'autore mette in campo la sua potente vena di polemista intransigente, trasformando il racconto delle violenze sulle donne in una vera e propria invettiva contro gli aggressori, padri, mariti, fidanzati, figli, compagni, e contro quelle Istituzioni che faticano a rendere operativo il principio della dignità di persona riconosciuto alla donna.