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Rimanere indifferenti di fronte al dolore della vita non è umano. O forse è troppo umano ahimè? Non sa di gregge tutta questa inettitudine nelle cose dello spirito? Eppure a noi si aprono ancora crepe e misteriosi mondi dal profondo emergono: terre di valori e bisogni e sangue rinnovato. Siamo onesti con noi stessi su questo punto; dobbiamo tramontare, abbiamo ancora un dovere e cerchiamo sofferenza. Siamo in questo forse in linea con i tempi che corrono? Con l'evidenza di questa disfatta di due millenni circa? Il nostro significato, la nostra meta ed il mito noi lo abbiamo cercato e voluto e appreso. Imparare a comandare non è cosa per spiriti castrati. Eppure dalle vette della volontà di potenza una valanga di neve ed oro precipita a valle il nostro io sotterraneo e tellurico.