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«L'uomo è solo una canna, la più fragile della natura [...]. Non occorre che l'universo intero si armi per annientarlo; un vapore, una goccia d'acqua bastano a ucciderlo». Nell'anno in cui l'universo ha prodotto il suo ennesimo vapore, ci rifugiamo al balcone a farci agitare dal vento. Il panorama, lì sotto, è lo stesso per tutti, immobile e sordo, perciò lo sguardo si rivolge al passato. Perché l'uomo è solo una canna, sì, ma - scriveva Pascal - «una canna pensante», che non può fare a meno di reagire a un presente senza storia ritagliando ricordi e tessendoli in storie nuove. È così che Francesca Dosi ritorna alla letteratura, raccontando di Parigi e di amori, di tetti e di complotti, di Marsiglia e di cinema, di disparità sociale e di Resistenza, di DAD e di scorci azzurri tra le calanche... in un Mémoire che si legge come un romanzo e assomiglia alla vita.