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L'haiku non nasce in Italia, non affonda le sue radici nel nostro passato letterario e per questo, probabilmente, i poeti italiani si sentono talvolta legittimati a violarne - sempre con garbo - i criteri metrici, hanno ragione di mettere da parte le pignolerie e i conteggi scolastici per privilegiare suono, ritmo, musicalità. Daniel Filoni rilegge il modello dell'haiku con una classe che dona ai suoi versi un'amabile eleganza.