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In un'Argentina distopica che richiama quella della dittatura degli anni Settanta, mucche e maiali sono ormai estinti e il governo organizza partite di caccia ai surubíes, sorta di pesci gatto tigrati del Rio della Plata. La contaminazione delle acque ha trasformato i surubíes in creature enormi: tra questi pare ne esista uno immenso, un vero e proprio mostro marino. Così comincia la delirante avventura di Ramón Paz, reclutato forzosamente dai militari per imbarcarsi su una sorta di baleniera di melvilliana memoria, e presto coinvolto in un ammutinamento. Il tutto narrato in sessanta sonetti, la cui raffinatezza formale si mescola a un linguaggio gergale e violento.