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C'è un fil rouge che unisce gli undici racconti di questa raccolta, ed è il rapporto con l'ignoto, declinato in tutte le sue forme. Più che fantascienza e distopia, ci troviamo di fronte a un gioco di specchi in cui la realtà si mostra con vestiti sempre diversi. Tutto il libro si appoggia su terreni i cui confini cambiano continuamente, fino a farci rendere verosimile o quantomeno credibile persino l'impossibile. Un'opera che cresce racconto dopo racconto e procede, attraversando vari generi letterari, fino a tornare all'unico punto di partenza: un'indagine - che scava nell'animo anche quando si fa disincantata - degli uomini e di ciò che ci circonda, sia esso visibile o invisibile.