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Il presente lavoro - basato soprattutto sul periodo degli esordi - può contare su notevoli indagini attinenti la poesia deliberiana e sull'ipotesi di rinnovamento sia del linguaggio sia della tematica maturata nel tempo dall'autore. Nell'idea di modernità per la lirica pura a cui Libero De Libero più tiene, "Museo" è un libretto di trentanove poesie inedite, scritte a china, prevalentemente tra il 1935 e il 1940, accostate senza un ordine preciso. Apre la raccolta una poesia del 1936: Avvertimento; a chiudere è una poesia datata "aprile 1943": Per G. che voleva una poesia dedicata a Isotta. A metà libretto è collocata invece "la più vecchia poesia": Giuoco, datata 1921, assieme a un gruppo di nove poesie numerate e senza titolo, "gruppo scritto tra il '30 e '33, insieme ad altre smarrite". Ma è lo stesso De Libero a piè di pagina di copertina a precisare che ne è l'editore ("1935 - io editore") e che è a lui dedicato ("a me dedicato") e che "questa raccolta va riguardata come una ceneriera e non come un'ambiziosa opera. Cose nate morte, e cose unicamente alla memoria di certe giornate".