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L'autore, magistrato e noto studioso e promotore del diritto umano all'ambiente, anche nella dimensione internazionale, prende atto realisticamente, a distanza di anni, che aver puntato sulla categoria dei diritti umani per la promozione del valore ambiente si è rivelata una scelta corretta ma molto più difficile del previsto. Si apre così, in queste pagine, una nuova prospettiva: senza doveri i diritti non possono vivere e svilupparsi con stabilità e coerenza. Quando i diritti hanno un contenuto collettivo, come pace, sviluppo e ambiente, la dimensione personale è importante ma non sufficiente: per assicurare la loro effettività, diventa necessaria una filosofia in positivo di doveri comuni di tutti i soggetti sociali e pubblici coinvolti. Il libro, ispirato all'immagine di un albero, simbolo di vita e radicamento nella realtà, invita ad una lettura critica complessiva della categoria dei diritti umani; sostiene che esiste una crisi di coerenza ed effettività; pone all'attenzione dei governi, delle Nazioni Unite e della società civile una proposta innovativa: una Dichiarazione universale dei doveri dell'uomo e dei popoli, integrativa e rafforzativa della Dichiarazione del 1948 sui diritti umani.