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Il volume di Enrico Bini raccoglie una serie di ricerche storiche sulla condizione della chiesa nel XVIII secolo. In particolare, vengono presi in considerazione i grandi movimenti spirituali del Settecento, come il giansenismo, il quietismo e lo sviluppo delle nuove congregazioni religiose, sorte in seguito alla riforma cattolica. Del giansenismo italiano viene studiata la sua progressiva influenza in Italia, durante il principato di Cosimo III de' Medici. Queste influenze, provenienti in larga parte dal Nord-Europa, si fecero più stabili ed evidenti durante tutto il XVIII secolo, come si può vedere nei dibattiti sui problemi liturgici e pastorali durante l'episcopato di Scipione de' Ricci, vescovo giansenista di Pistoia e Prato. Del quietismo e della famosa controversia tra Bossuet e Fénelon, viene messo in evidenza il ruolo fondamentale del Granduca di Toscana e della sua rete diplomatica, per giungere alla condanna dell'arcivescovo di Cambrai. Gli altri saggi pubblicati riguardano alcuni aspetti della mentalità teologica dell'epoca di fronte al disagio per il nascente pensiero illuminista. Come esempio della crisi del discorso teologico, viene presa in considerazione la riflessione sul problema escatologico. Questo tema delle realtà ultime si manifesta nella paura della morte, nel timore per imminenti sciagure per la cristianità e nella ripresa degli studi sulla commedia dantesca. Un particolare rilievo viene dato al problema del ritorno di Elia ed Enoc, argomento di discussione tra le varie correnti teologiche e confessioni cristiane, per l'intero Settecento. Questi studi di storia dell'escatologia vengono collocati in una prospettiva generale, che vede la storia della chiesa come l'emergere progressivo del disorientamento di fronte al pensiero illuministico. Per comprendere questo fenomeno, nel saggio introduttivo vengono proposte alcune indicazioni del pensiero di san Tommaso d'Aquino in ordine al rapporto tra storia ed eternità.