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Sempre più di rado oggi si ha la fortuna di conoscere una persona limpida e coraggiosa, nel senso di rinvenire in quello che dice e in quello che fa una perfetta corrispondenza con ciò che sente, pensa, crede; non è cosa di poco conto in un'epoca in cui l'uomo sembra essere affetto da una strana forma di sdoppiamento della personalità, per cui dice quello che non sente, non pensa, non crede. La fonte di questo devastante fenomeno deriva dal perseguire interessi e fini che nulla o poco hanno a che fare con la ricerca della verità e molto invece con l'inganno e la falsità - gli ipocriti "invocano il Signore con le labbra ma con il cuore lontano" (Papa Francesco). Giovanni Paolo II amava ripetere che "la Verità rende liberi" perché essa mette a servizio di un bene superiore l'intelligenza, la sensibilità, il carisma, la conoscenza dell'uomo. Non si può mentire affermando quello in cui si crede; non si può mentire perseguendo un bene che non ci appartiene. Oggi è tragicamente attuale il dramma di Marlowe, perché molti sono i Faust della politica, della cultura, dell'arte, della religione. Gli effetti di tale dramma del XXI secolo sono devastanti sia per chi è intriso di cultura relativista, sia per chi cerca la verità nella vita e in tutto ciò che felicemente o drammaticamente impatta il cuore e l'intelligenza. In queste pagine il cardinal Miiller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, dà uno splendido esempio di "cristiano credibile" (Benedetto XVI), di come un uomo può testimoniare con chiarezza e coraggio la propria fede, il proprio pensiero, i propri sentimenti, non censurando ciò che pensa sui temi più importanti che riguardano la Chiesa, la Società, il Mondo.