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Saimir è un giovane clandestino arrivato dall'Albania. Non ancora maggiorenne, lavora come muratore in un cantiere edile. Un tragico incidente sul lavoro ne spezza la vita e i sogni lasciandolo sepolto sotto un cumulo di macerie. Saimir è la metafora di un esercito in carne e ossa reso invisibile dall'amara realtà contemporanea: lavora in nero illegalmente senza alcuna garanzia o sicurezza. Per lui non c'è pietà, è solo la storia di un'altra vittima, un altro corpo che va a ingrossare la tragica lista delle morti bianche.