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In uno spazio, in una realtà dove niente è quello che sembra e dove la poesia diventa investigazione, il femminile che emerge da questi versi in maniera naturale seppur meditata, diventa tormento struggente per la bellezza corruttibile e passeggera. Una infinità di immagini sovrapposte, aleatorie, vaganti, senza tempo, ci accompagna in una Venezia, anzi, in più Venezie, non solo banale magia o finta alchimia per turisti, ma archetipo per spiriti sensibili, sottili, in un mistero mai scontato, inquietante, strepitosamente vitale nei riflessi lagunari, eterni e mutevoli, che irridono alle nostre piccole certezze precostituite e false.