Tab Article
Il passo con cui l'estremismo organizzato attraversa il mondo è quasi impercettibile. L'analisi di Souad Sbai, giornalista e scrittrice che dopo "Isis, dietro il palcoscenico dell'orrore" torna a parlare di radicalismo e di infiltrazioni jihadiste, parte dal ritrovamento di un documento di straordinaria importanza ritrovato nel 2001 nella dimora svizzera di colui che da sempre è considerato una sorta di ministro degli esteri della Fratellanza Musulmana, e che racconta come stava evolvendo il progetto dei Fratelli Musulmani: "La conquista dell'Occidente". Occhi e orecchie da cronista, l'autrice si addentra sulla linea rossa del jihad, che porta da Istanbul a Doha, andando a toccare con mano finanziamenti occulti e relazioni pericolose fra Qatar e Turchia e i movimenti jihadisti in Siria e Iraq e in Occidente. Esplora la geografia attuale dell'estremismo, il passaggio a Oriente, il rinnovato ruolo dell'Egitto fra sunniti e sciiti, le tecniche di de-radicalizzazione destinate a spezzare il filo del proselitismo. E poi i segni capaci di svelare che l'Oceano Atlantico non è più una barriera insormontabile per certe idee e che l'America, cinquecento anni dopo Colombo (oggi dileggiato e spazzato via dal pensiero buonista), torna a essere terra di conquista: non per navigatori e esploratori, ma per proselitisti di jihad. Prefazione di Gianandrea Gaiani,