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Spesso il meccanicismo medico e i dogmi accademici mettono a tacere l'ambivalenza corpo-anima, bandendo dalla coscienza le simbologie attraverso cui il corpo si esprime. Ma la donna "nuova", l'Amazzone intrisa di poesia e pensiero, tesse il filo che collega l'anima al mondo. Questa donna, attraverso un flusso incessante di fantasie, in cui dimorano divinità e archetipi, esprime l'istintiva capacità della psiche di recuperare il proprio autentico destino e il pensiero del cuore. In quel luogo del sentire, che Hillman chiama "base poetica della mente", l'attività narrativa e l'arte di vivere tra le immagini acquistano, all'interno delle procedure mediche, una valenza terapeutica capace di condurre a una profonda catarsi dell'anima.