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Scrivere della vita di Odoardo è come rivivere la biografia dell'Italia del Novecento: l'infanzia vissuta nelle campagne della pianura padana, dove la sua famiglia lavorò nei poderi dei proprietari terrieri che da subito finanziarono il fascismo e le sue squadre della morte; la diserzione alla chiamata alle armi nelle file dell'esercito della Repubblica Sociale Italiana, che doveva stroncare la lotta partigiana e la Resistenza; i grandi scioperi bracciantili del 1949 per la conquista della legge sull'imponibile, contro lo sfruttamento del collocamento nelle mani del caporalato. Un uomo, Odoardo, che ha vissuto in prima persona lo spopolamento delle campagne e la conseguente industrializzazione, il boom economico, il "68", i primi anni della Repubblica, i tentativi di rovesciarla, il terrorismo, la "Milano da bere", la caduta del muro di Berlino e la fine dei grandi partiti di massa.