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Prova, se credi, dall'album consunto a scomodare la sequenza della portineria deserta. Riconoscerai subito dal calendario sciupato alla penultima di maggio, lo spazio esatto della corsa soppressa. A me non rimase che saltare sul piedistallo del dolore. Tu laceravi involucri di caramella per non incappare in avvisaglie di abissi. La grotta custodì sul terreno un'onesta stella, estratta dallo spremiagrumi, del pulviscolo da dissipare con un soffio per rivalsa. La mano, chissà come, non tremò.