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Un palazzo antico nel cuore antico di una città, un non luogo, in cui vita e morte, amore e solitudine, gioia e disperazione, passato e presente si incrociano e si intrecciano indissolubilmente. Ogni uscio una storia, ogni anfratto una memoria, ogni angolo una testimonianza di quello che è stato, di quello che è. Incontrando la donna picchiata dal marito, il giornalista viscido e asservito, il ferroviere innamorato delle piccole, insignificanti inserzioni della vita, l'uomo abbandonato dalla speranza e la signora che ha lasciato i sogni in un punto imprecisato del suo passato, incontriamo noi stessi, la nostra quotidianità ripetitiva e pure rassicurante, che costruisce un possibile orizzonte di senso. La voce del narratore che racconta un'indagine fuori dal comune, si trasforma nella voce di ciascuno di noi, nelle parole del viaggio che percorriamo a ritroso nel tempo, nella curiosa ricerca mai conclusa e sempre rinnovata di noi stessi. E il palazzo si trasforma in uno spicchio di mondo. Mentre fuori, le stagioni si succedono e la neve scende lentamente a coprire le ferite della terra.