Tab Article
Giò Ferri, critico della poesia, parla di questa come errori del silenzio, di poesia come rischio (intellettuale). Afferma poi che la poesia dice l'invisibile e che è il dio della parola insensata, intendendo con tale aggettivo il contrario del dire comune, prammatico, ovvero quello tipico della comunicazione (di massa) che oggi è scarna, formale e spesso avara di sostanza creativa sotto il profilo letterario. Il poeta cerca verità ineffabili, si impegna a forgiare un "nuovo idioma". Il suo fare introduce l'idea della sperimentazione, linguistica e di senso, come anima dinamica della poesia stessa. Questa è dunque, come di fatto è sempre stata, madre dell'invenzione. Tale ruolo dell'espressione lirica risulta decisivo ai fini del processo artistico, proprio come, in altri campi, l'invenzione stessa è foriera di progressi nello sviluppo scientifico.