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È il quarto volume, scritto per conto della Fondazione Polis, che racconta storie di vittime innocenti della criminalità. Sono per lo più persone comuni: lavoratori, pensionati, ragazzi. Tra essi anche un medico e un sacerdote. Sono storie di quindici persone a cui bisogna avvicinarsi in punta di piedi e a passo felpato, non solo per il rispetto dovuto alle vittime, ma anche per il dramma che continuano a vivere i familiari, portando addosso, in silenzio, il dolore e la sofferenza. A raccontare sono madri, padri, mogli, figli, sorelle, fratelli, nipoti, che dal giorno della tragedia scontano una condanna a vita che nessun giudice ha mai comminato, un ergastolo. Fine pena mai. Cuori spenti.