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Le prime poesie di Giovanni Amedeo furono così giudicate da Arnaldo Frateili: «Notevoli per la coerenza del tono e la sensibilità analogica, che si esprime con una tesa concentrazione verbale. In esse le occasioni del poetare non appaiono consuetudinarie, ma prodotte da incontri con la poesia momentanei e intensi». I versi satirici sono poi quelli di Controbenedizione. Qui lo "sperimentalismo", il "marketing", il "pubblico medio", la qualità letteraria barattata col "nome conosciuto" magari per uno scandalo e altra produzione scadente, sono viste quali cause dell'inaridimento della letteratura italiana, rigogliosa fino al 1960. Stravolgimento che suscita la rabbia di chi vede così impoverita forse la più nobile forma d'arte. Ma in questa risentita critica, alla rabbia si accompagna una ricca fantasia e una felice vena comica, che alimentano senza stanchezza le non poche pagine della composizione.