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Questo è un libro dallo sviluppo progressivo, dove l'idea proposta nel titolo è più antica della messa in opera in volume. All'origine c'è stata l'individuazione di una immagine ricorrente - di spazio chiuso e di tempo bloccato - che emergeva dalla narrativa napoletana dell'otto e novecento, da Ranieri a Bernari fino a De Luca e Starnone; in parallelo il libro ripercorre, nelle pagine degli hegeliani di Napoli e nell'opera desanctisiana, i segni del privilegio attribuito alla forma-romanzo, alla narrabilità come valore garante. Il punto d'arrivo era costituito, naturalmente, dal nesso, posto da Croce già nel 1893, fra Storia e Narrazione. Il dato complessivo è rappresentato, in sede letteraria, da un paesaggio totale, che è insieme habitat e tema, problema storiografico e mondo di invenzione, secondo una misura di incremento endogeno non rilevabile in altre città-mito come Parigi o New York.