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"La vita", afferma un personaggio, "non è né dolce né amara ma soltanto quella che è, è così. La mia storia è soltanto una storia del mondo e di quello che vi è successo". Come la vita d'ogni essere umano è caratterizzata da una sua impronta specifica, così l'anima della maggior parte dei personaggi che vivono in questi racconti - il vecchio Giobatta, l'adolescente Orazio, il mistico Serafino, Vincenzo il visionario, Biagio l'utopista, ed altri ancora - è marcata da una varietà di personalità e di temperamenti che si distinguono per i loro tipici modi di reagire e di comportarsi. Alcuni, tormentati da profonda inquietudine e da un senso di contrarietà nei riguardi della società in cui sono costretti a vivere, vagano da uno stato di lucidità all'incoerenza, altri, ossessionati dal pensiero della morte imminente, precipitano in una condizione demenziale, altri ancora, mossi dal desiderio di libertà o d'emancipazione, cercano nuovi contatti con la vita e trovano l'amore. Il narratore li coglie nell'estraneità che li separa dal loro mondo ma anche nella loro capacità d'affrancamento.