Tab Article
"Ho sempre pensato che l'architettura fosse donna e che il suo corpus riproduca, anche psicanaliticamente, la fisicità di una materia profondamente femminile, nelle forme e nella sostanza di un approccio amoroso, carico di sospensione e attrazione. Sarebbe, certamente, da approfondire questo decisivo e delicato rapporto, che si esprime, con particolare evidenza, nell'opera narrativa di Pagliara, che ho già avuto modo altrove di introdurre, ricordando i nostri comuni trascorsi giornalistici nel glorioso 'Giornale di Napoli'. Pagliara, per le sue architetture, prende spunto da un'acclarata letteratura artistica, che egli rimodula e adatta a specifiche esigenze strutturali e materiali; per le sue novelle, il procedimento è simile, nel senso che egli ricerca alcuni archetipi della sua esistenza e li anima e arricchisce del ritmo di una costruzione narrativa, carica appunto di sospensione, ma anche di leggerezza. Egli rincorre i suoi ricordi, con gli anni, come diceva Proust, sempre più lucidi e vibranti, alla recherche delle molte donne della sua vita, incontrate per caso, amate non per caso, ma sotto la spinta di una emozionalità erotica di forte risonanza poetica".