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"Il mese dei gemelli", in Ungheria alla diciottesima edizione dalla sua prima pubblicazione (1940), è l'unica opera in prosa di Miklós Radnóti. Tradotto in una decina di lingue, questo breve diario atipico è la storia della perdita dei genitori e del divenire poeta. In esso Radnóti sovrappone spazi temporali in un flusso di coscienza lirico e ironico e dà voce al senso di pericolo costante dovuto all'avvicinarsi della seconda guerra mondiale e al presentimento della propria morte. La sua sorte e la sua opera testimoniano la capacità di resistenza umana e artistica nei confronti di quella barbarie che è stata la Shoah. La sua voce rappresenta l'ultima, tragica protesta dell'arte vera anche nell'inferno dei campi di concentramento.