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Pagine dedicate a tutte le donne, perché solo con la forza delle donne si può affrontare la gravidanza, il parto, la crescita dei figli coniugati con l'amore per se stesse in una società così complessa. Pagine dedicate, in particolare, a quelle donne che non possono avere figli, che hanno affrontato percorsi difficili per averne; a quelle donne che non vogliono averne; a coloro alle quali i figli sono arrivati ma non facevano parte dei loro progetti; alle mamme di bambini affetti da malattie gravi o addirittura rare; a chi li ha adottati e perfino a chi li ha abbandonati. Infine, alle mamme che, come l'autrice, sono state colpite dalla morte dei loro bambini in età gestazionale, neonatale e oltre. "Ciò che colpisce, leggendo questo "diario", è l'estrema normalità nell'anormalità. Perché proprio in un ambiente non certo facile, la loro storia è di una semplicità sconcertante: l'innamoramento, il corteggiamento ostinato di lui, le paure di lei, le piccole crisi, i timori della famiglia, lo scarto generazionale... Una sorta di Indovina chi viene a cena sullo sfondo di Treviso, città bella, ordinata, persino troppo, un salottino rinfrescato dalle acque dei tanti canali, ma anche la città di Signore e signori, dei vizi privati e delle pubbliche virtù, segnata da una profonda presenza leghista, non certo favorevole agli immigrati, perlopiù dalla pelle scura" (Marco Aime).