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"Ho visto che cosa può fare la guerra, ho visto come un uomo può, quasi per capriccio, cancellare intere generazioni di propri simili e questo mi ha sconvolta. Ho visto anche, però, una tenacia, una dignità, una voglia di ricominciare che non credevo possibile trovare. La guerra ha ucciso, distrutto, dilaniato e che cosa ha ottenuto? Che sulle rovine un uomo si mettesse a suonare con il suo violoncello una musica che ha del divino e dell'umano al tempo stesso. Che sui muri coperti di buchi, una mano appoggiasse un vaso pieno di gerani o facesse arrampicare un roseto. Che i colpi di mortaio si trasformassero in rose con una colata di vernice rossa. Che i bambini tornassero a inseguire un pallone senza paura in una piazza polverosa e che i vecchi riprendessero la loro infinita partita a scacchi". Un reportage profondo e prezioso per aprire una finestra alla scoperta di cos'è stata, cos'è e forse potrà essere la Bosnia Erzegovina, quel piccolo Paese sul crinale tra Occidente e Oriente, nel centro martoriato dell'Europa. "Per raccontare il grumo d'emozioni, gioie e dolore che pesano nell'anima della gente che abita e abitava quelle regioni occorrono sensibilità e coraggio, un grande cuore e una mente lucida". (Paolo Siccardi)