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Un grande poeta svelato nei piccoli fogli autografi delle sue carte private che mezzo secolo fa egli ha donato a Maria Corti avviando il celebre Fondo Manoscritti di Pavia: «Non ho mai supposto che i miei brogliacci possano diventare materia di archivio e di consultazione», ha scritto qualche anno dopo, con il consueto (auto)ironico understatement. La realtà l'ha felicemente smentito, e tanti sono gli archivi italiani pubblici e privati che conservano i suoi "brogliacci". Per la prima volta qui se ne ricostruisce la mappa, riunendo le carte in un ideale dialogo che illumina in controluce, con molti scorci inediti, la personalità e la poesia di Eugenio Montale.