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Con Claudel, Gide e Proust, Paul Valéry è stato uno dei massimi esponenti della letteratura francese della prima metà del secolo scorso. Il suo celebre "Cimetière marin", uno dei vertici della lirica del novecento, accompagna il lettore in un percorso fitto di riferimenti simbolici e mitici, dalla contemplazione della morte, tra le tombe del cimitero di Sète, all'esaltazione della vita, seguendo il vento che si è alzato a muovere il mare. La traduzione di Raul Capra, che intende mantenere la struttura strofica e ritmica dell'originale, ma senza il vincolo illusorio e sviante delle rime, è preceduta da un'ampia introduzione che esamina le precedenti traduzioni italiane del "Cimitero marino", collocandole nell'ambito delle problematiche dell'odierna traduttologia.