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L'Autore - scrittore di numerose apprezzate Opere in materia giuridica - in questo libro abbandona la pura esegesi del diritto per elevare un'appassionata e vibrante denuncia: se il Popolo italiano vuole uscire dalla profonda crisi che attraversa, deve avere l'energia morale di ripudiare radicalmente i pseudo valori della sua Carta costituzionale. E questo, non tanto perché molti di tali "valori" denunciano superficialità e vera e propria confusione mentale, ma perché non pochi di essi sono addirittura nefasti e non possono che portare alla rovina il popolo, che da essi si lascia ispirare. Ma l'Autore non si limita a indicare, nella prima parte del libro, i "valori" che occorre ripudiare; nella seconda parte, indica anche quelli a cui occorre aderire, ispirandosi in questo agli insegnamenti dei Pensatori tradizionalisti di Occidente ed Oriente. Le tesi sostenute nel libro si possono anche non condividere, ma non si può non apprezzare lo stile semplice e discorsivo in cui sono espresse (la forma adottata è quella del dialogo, che certamente è quella che più mette a prova la reale conoscenza che uno scrittore ha della materia trattata), la stringente logica delle argomentazioni con cui l'Autore le conforta, e la pertinenza delle numerosissime citazioni di Filosofi Occidentali e Orientali con cui l'Autore le arricchisce.